La regina non è blu | Gwynplaine Editore 2012

Premi

Secondo classificato al Premio Mazara narrativa Opera prima 2015

Foto della cerimonia

“….Potrebbe capitarvi di scovare qualcosa di potente e singolare come La regina non è blu di Marco Benedettelli. Si tratta di racconti ed è un libro d’esordio, pubblicato da Gwynplaine, editore marchigiano, che pur peccando quanto ad appeal delle copertine ha un piccolo ma agguerrito catalogo che comprende, tra le tante cose belle, saggi introvabili di Emilio e Joyce Lussu. Nel suo notevole libro, Benedettelli si presenta con un primo lungo racconto, La mappa, che subito rassicura, perché basta una pagina per capire che siamo di fronte a un esordiente che sa scrivere molto, molto bene (cosa che, lasciatevelo dire da uno che i piccoli editori li frequenta da sempre, per questo tipo di libri non è scontato). La mappa procede con un tono che vien voglia di chiamare «refrigerato» da quanto è ossessionato dal controllo, con l’utilizzo di un vocabolario ricco in cui Benedettelli effettua le sue scelte con cerebrale precisione. Con La mappa siamo dentro a un carcere enorme, labirintico, multipiano, fitto di collegamenti, rampe, passaggi, dove muri e pavimenti, a tratti, sono sostituiti da immensi video. Nascita, vita, morte, tutto accade lì dentro, dove si sta rinchiusi non per un reato ma perché non sono previste altre opzioni. C’è un fuori, si dice, dove brilla quella cosa che nessuno ha mai visto e di cui si favoleggia: il sole. L’io narrante, bravo calciatore nelle partite tra reclusi e guardie, lavora in ufficio come addetto alla selezione delle coppie che potranno riprodursi. Una di queste lo contatta e lo coinvolge in uno stravagante rituale erotico. Certo, ci sono echi di Orwell, di Bradbury, e di una cinematografia che ha per campione L’uomo che fuggì dal futuro. Sono però declinati con un’attitudine sognante e visionaria che, probabilmente, nasconde un debito verso Antonio Moresco. I racconti che seguitano ritornano alla realtà e sono basati per lo più su viaggi: a Berlino, Atene, Abu-Salim, Bologna (in un call center) Hawaii (grazie a una vincita casuale su internet) ma continuano ad essere animati da uno spirito moreschiano, che in Benedettelli si incarna in un interrotto scorticare la pelle degli uomini e scollare la superficie delle cose, per guardarne con sgomento l’interno. Scoprendo, dentro a cose e uomini, la proliferazione cieca e maligna della materia organica contro cui nulla si può. La regina non è blu è un libro che parla senza compromessi di morte, disagio, male, ed è un libro che urta. E anche per questo è un raro gioiello da non lasciare negletto in quei certi reconditi scaffali.”


(Piersandro Pallavicini – La Stampa 21/07/2012)

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